Polpo alla Rossi? Sì, condito con olio extravergine di oliva!

Per noi di Saltapoggio, estate fa rima con maremmate – ovvero le scappatelle al mare-. Appena è possibile andiamo dalla nonna Nada a Grosseto e da là partiamo per divertenti escursioni marine. Il periodo più bello per la Maremma è sicuramente fine giugno e il nostro luogo del cuore sono le Marze. Poco distante da Castiglione della Pescaia, passata Marina di Grosseto, c’è questa bellissima spiaggia selvaggia, con i tipici tronchi sbiancati dal sole, il mare pulito e tanta pace.

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E mentre i bambini giocano con il babbo a costruire la tenda degli indiani, io ne approfitto per dedicarmi alla lettura. Ma la Maremma per noi non è soltanto mare, è la preziosa occasione per godere dell’affetto della nonna e per rivedere gli amici che vivono là. Ed è anche un’avventura gastronomica speciale. Quella terra offre una ricchezza di sapori, odori e tradizioni che non può lasciarti indifferente.

A Scansano, il paese originario della nonna Nada, ci vive Francesco Rossi, uno dei migliori amici di Edo. Anche lui è agronomo e condivide con mio marito la stessa passione per la terra, il vino e l’olio. Francesco lavora come consulente in diverse aziende del territorio e quando lo andiamo a trovare ci fa sempre assaggiare del buon vino locale. Intanto ringrazio Francesco e Maggie, la sua bellissima compagna, per la divertente serata.

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L’ultima volta che lo abbiamo incontrato ci ha preparato un fantastico polpo al pomodoro, battezzato in suo onore Polpo alla Rossi, talmente buono che non ho potuto non rifarlo. Dato che siamo in piena estate e che adoro la cipolla di Tropea, l’ho aggiunta alla ricetta, insieme al basilico del mio giardino.

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Ecco la ricetta per 4 persone:


Avrai bisogno di:

Come si fa:

Prendete una pentola capiente, riempitela di acqua e mettetela sul fuoco. Quando l’acqua bolle, immergete nella pentola il polpo e fatelo cuocere per circa 35 minuti da quando l’acqua ha ripreso a bollire.

Intanto tagliate i pomodorini e la cipolla e conditeli in una ciotola con sale e olio EVO. Quando il polpo sarà cotto scolatelo e lasciatelo raffreddare. Poi tagliatelo a fettine e unitelo ai pomodorini e alla cipolla. Condite con altro olio EVO e con una manciata di basilico.


Servitevene un’abbondante porzione e gustatela lentamente!

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Saltapoggio al Food Revolution Day a Fiesole!!!

Ieri è stata una giornata speciale. In occasione del Food Revolution Day, la Jamie Oliver Food Foundation in collaborazione con la scuola elementare di Fiesole, ha proposto “l’orto nel piatto”, un pomeriggio di giochi e attività legate al cibo per riportare i bambini ad un rapporto più diretto con la terra ed i suoi frutti commestibili.

La mia amica Claudia Guarducci, blogger di www.pandiramerino.it è stata l’ambasciatrice di questo evento.

Qualche tempo fa Claudia mi ha presentato il suo progetto, chiedendomi se fossi interessato a partecipare con il mio olio.

Ovviamente ho subito accettato ed ho deciso di organizzare per i bambini un simpatico laboratorio sull’olio extravergine di oliva: Laboratorio del gusto, scegli quello giusto.

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In questo pomeriggio festoso, nonostante il tempo piovoso, i bambini della scuola si sono divertiti ad imparare ad assaggiare l’olio, cercando di riconoscere con l’analisi gustativa i vari sentori positivi che un olio extravergine di qualità deve avere, confrontandolo ad un olio extravergine della grande distribuzione. Gli oli sono stati messi in due bicchierini anonimi che sono stai chiamati campione n°1 e campione n°2. Nessuno di loro sapeva quale olio fosse presente nel bicchierino.

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Beh, potrà sembrare incredibile, ma la maggior parte di loro è stata capace di riconoscere quale fosse l’olio di qualità proposto (per fortuna), spingendosi anche nel riconoscere un sentore di carciofo e di mandorle.

Alcuni invece, non abituati ad usare l’olio extravergine a casa, l’hanno definito troppo piccante o amaro.

In ogni caso sono stati bravissimi, molto attenti e golosi nel mangiare la fetta di pane inzuppata nel nostro olio.

Davvero una bella esperienza, da ripetere presto in altre scuole!

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Pasqua, Frasche e Tagliolini

 

Fra pochi giorni sarà Pasqua. Qui a casa Saltapoggio stiamo  preparando un coloratissimo … albero della Pasqua!

E’ il periodo della potatura primaverile e le frasche di olivo non ci mancano davvero (le frasche da queste parti sono i rami). Edo ne ha portata a casa una bellissima, che  io ed i bambini abbiamo addobbato. Quella dell’albero pasquale è una tradizione antica, probabilmente del medioevo, dei paesi nordici. Io l’ho scoperta tanti anni fa a Praga. Oggi alla vecchia usanza pagana di addobbare rami secchi con uova e fiori freschi in segno di rinascita, si è sovrapposta quella cristiana.
La tradizione prevede di usare vere uova, a cui si è tolto con un piccolo foro il tuorlo e l’albume. Si colorano vivacemente e poi si appendono. Dovete stare attenti a maneggiarle perché sono delicate. I miei bambini per le decorazioni, oltre ai classici ovetti di legno o di carta hanno aggiunto quelle trovate da Tiger a forma di pulcino, uovo, coniglietto.
Ecco il nostro albero, bello vero?
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Ogni giorno, da qui al 27 marzo, viene salutato con una bella x sul calendario … la sorpresa dell’uovo di Pasqua crea sempre grandi aspettative … mentre noi, donne di famiglia, abbiamo già pensato a cosa preparare per il pranzo. Sono occasioni in cui al piacere del rispetto della tradizione si unisce anche il desiderio di preparare qualcosa di nuovo.
Così ho pensato a questo gustoso primo piatto: tagliolini, limone e olio.
La ricetta mi è stata tramandata da mia suocera, Nada, una bravissima cuoca. Nada è nata e cresciuta in un podere a Scansano in provincia di Grosseto. I suoi genitori erano contadini e lei, penultima di 5 figli, era addetta ai lavori di casa.
Ha imparato a cucinare fin da piccola i piatti della tradizione maremmana, semplici genuini e buonissimi.
La sua specialità è la pasta fresca fatta a mano: tortelli, lasagne, tagliolini, spaghetti alla chitarra … avete già l’acquolina? Beh, io si! I tagliolini al limone e olio hanno dei colori che si sposano benissimo con la primavera, e mangiati durante una bella giornata di sole, magari in giardino, con un buon bicchiere di vino bianco…ci avvicinano alla felicità.
Ecco la sua ricetta per 4 persone:

Avrai bisogno di:
  • 1 cipolla bianca piccola
  • 200 g prosciutto cotto italiano alta qualità
  • 1 carota piccola
  • 250 ml panna fresca
  • 1 limone biologico (dei limoni in giardino)
  • q.b. olio extravergine di oliva alta qualità
  • 400 g tagliolini freschi

Come si fa:

 In un tegame mettete un po’ di olio, la cipolla e la carota, tagliate finemente e fate cuocere con il coperchio. Aggiungete poi il prosciutto cotto tagliato a dadini e lasciate cuocere per altri 5 minuti, aggiungete poi il limone spremuto e metà della buccia grattugiata. Poi frullate il tutto, avendo l’accortezza di lasciare qualche pezzetto intero di prosciutto cotto ed infine aggiungete la panna. Cuocete i tagliolini in abbondante acqua salata per il tempo di cottura necessario e poi versate nella padella e condite con il sugo precedentemente cucinato. Passate un ultimo  filo di olio sopra.

 Servitevene un’abbondante porzione e … buon appetito! e buona Pasqua!
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BUON SAN VALENTINO in OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA

Si dice che a San Valentino un torta d’amore viene più buona con l’olio EVO Saltapoggio!

E così vi postiamo una fantastica ricetta che ci ha dato Enrico, per festeggiare un San Valentino gustosissimo!

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Avrai bisogno di:

  • Farina 300 gr
  • zucchero 250 gr
  • 2 uova
  • 1 e bicchiere e 1/2 di latte
  • 2 tazzine di olio extravergine di oliva
  • 1 bustina di lievito
  • 250 gr panna fresca da montare
  • zucchero a velo
  • cacao in polvere

Come si fa:

Prendete una ciotola e rompete le uova, unite lo zucchero e sbattetele energicamente finchè non saranno montate. Aggiungete il latte e setacciate la farina, infine aggiungete l’olio e mescolate finchè non otterrete un composto omogeneo. Aggiungete il lievito ed infornate a 180°, per 35 minuti circa e finchè la prova dello stecchino non ve lo renderà asciutto.

Lasciate raffreddare la torta. Intanto montate la panna aggiungendo due cucchiai di zucchero a velo.

Tagliate la torta a metà e farcitela con la panna.

Infine decoratela con del cacao in polvere.


Servitevene un’abbondante porzione e gustatela lentamente!

E tu cosa hai preparato con l’olio extravergine di così gustoso? Scrivici e pubblicheremo la tua ricetta!

Buon San Valentino!




Sacher Torte? Con l’olio extravergine di oliva, ovviamente …

 

Cosa si fa un pomeriggio di pioggia, dopo la scuola? Quando la nostalgia per le vacanze finite serpeggia sia nello spirito che nello stomaco? Ma sì, cuciniamo il nostro dolce preferito: “La Sacher Torte”.

Il mio piccolo uomo ha scoperto questa meraviglia quest’estate a Vienna. Ci siamo messi d’impegno e abbiamo provato diverse pasticcerie, ovviamente non ci siamo fatti mancare quella originale prodotta dal Sacher Hotel. La più buona? La bontà dipende anche dalla situazione in cui ci troviamo ad assaggiare una cosa… volete mettere una bella giornata di sole, 3 ore di sci sulle gambe, le guance rosse dal freddo e una fetta di torta davanti? Sicuramente una gustosissima ricompensa! Insomma la Sacher ormai non ci abbandona più…

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Quando andiamo al rifugio???

 

E pensare che, come spesso accade per le grandi invenzioni, questa torta è nata casualmente, dalle mani di un giovane apprendista cuoco, Franz Sacher. Una sera, era il 1832, alla corte del Principe Metternich a Vienna era prevista un’ importante cena e il capo cuoco si ammalò.

Che fare? L’allora sedicenne Franz dovette arrangiarsi a preparare da solo il dessert, e decise di lanciarsi in una torta al cioccolato, speziata, farcita di marmellata di albicocche e ricoperta con una ricca glassa. Gli ospiti del potente cancelliere austriaco rimasero così estasiati da tale golosità, che battezzata con il nome del suo creatore, la fecero diventare presenza indispensabile sulle ricche tavole dell’alta società europea. Poteva mancare sulla nostra?

Oggi, anche se la ricetta originale è custodita gelosamente dagli eredi di Franz Sacher, sono state elaborate moltissime varianti della torta. E così io e il mio piccolo chef  abbiamo creato la nostra … e mettiamo in conto che l’idea del dolce è stata una scelta improvvisa: che le uova in frigo erano tre invece di sei…. che la cioccolata a disposizione era soltanto 200gr,…..e che preferiamo l’olio al burro, ormai lo sapete, vero? E quale ricetta meglio si adatta a tutte queste congiunture?

Vi svelerò il mio ever green…. ovvero la ricetta della torta alla yogurt, camuffata da Sacher. Mettiamoci, inoltre, che allo chef  piace molto di più la marmellata di fragoline di bosco che quella di albicocche…….Insomma Franz Sacher non ce ne voglia, ma noi abbiamo creato la nostra Original Sacher Torte….


Avrai bisogno di:

3 uova

100 gr cioccolato fondente

1 vasetto yogurt

2 vasetti di zucchero (usate il vasetto di yogurt come dosatore)

3 vasetti di farina

1 bustina di lievito

per la farcitura:

1 cucchiaio di miele

100 gr cioccolato fondente

1 barattolo di marmellata

Come si fa:

La preparazione della torta è piuttosto semplice: rompere le uova, aggiungere lo yogurt, riempire il vasetto 2 volte con lo zucchero e montare il composto. Aggiungere poi 3 vasetti riempiti con la farina, ed unirla al composto setacciandola. Unire anche mezzo vasetto di olio. Sciogliere a parte a bagnomaria il cioccolato e poi aggiungerlo al resto dell’impasto. Infine unire lentamente la bustina magica: il lievito.

Difficile resistere alla tentazione di mangiare la marmellata a cucchiaiate!!!
Difficile resistere alla tentazione di mangiare la marmellata a cucchiaiate!!!

 

Versare il composto in una teglia e farlo cuocere in forno per circa 30 minuti a 180°. Una volta cotta, tagliarla in due formando due strati. Spalmare su entrambe le parti superiori di marmellata e ricomporre la torta. Sciogliete il cioccolato con il miele e ricoprite la torta.

 


 

Prendetene una bella  porzione e gustatela lentamente! E non dimenticate che questa è anche più sana: c’è l’olio extravergine di oliva!

 

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Sapori e Saperi: quale olio è indicato per certi abbinamenti?

Per iniziare ci starebbe benissimo, la classica citazione latina “De gustibus non disputandum est”, che tradotto nella lingua dei nostri giorni sarebbe “tutti i gusti sono gusti” ma anche “a ciascuno il suo olio”. Praticamente detto questo si potrebbe aver già concluso il nostro intervento e mettersi a fare dell’altro. Ma come?… Tutto qui?

Davvero è un fatto così personale che non si può trovare un denominatore comune? In prima battuta è fondamentale affrontare la distinzione fra oli EVO – extravergini di qualità e quelli commerciali. Qui non si tratta solo di tracciare una linea di demarcazione fra sapori e saperi, ma fra qualità organolettiche e nutritive che possono dare all’organismo un apporto fondamentale salutare. Cioè mettere in tavola non solo un sapore ma un ingrediente di salute, un elisir di lunga vita. Vale la pena di ricordare come ad un mio cliente inglese, fosse stato prescritto come nutrimento quotidiano l’utilizzo di minimo due cucchiai di olio extravergine (ricco di polifenoli) al giorno, come cura.

Non sempre però si riesce a far percepire che ciò che fa bene ha anche un buon sapore. Facciamo un esempio: (vero). Una centrale del latte decide di mettere in commercio un latte arricchito di lactobacillus acidophilus cioè un batterio come quelli dello yogurt. Ne scaturisce un latte arricchito che aiuta ad aumentare le difese dell’intestino. Peccato che quel fermento sia insapore e che quindi il consumatore possa arrivare facilmente a domandarsi: … perché pagare il 20% in più per un latte che ha lo stesso sapore dell’altro? Se non sento la differenza … non sono convinto. Quindi i furboni del marketing della centrale cosa fanno? Suggeriscono di alzare la soglia di grasso. Una piccola variazione fa percepire il latte come più gustoso. Il palato ‘sente’ un latte più sapido, percepisce qualcosa, immagina che sia il sapore del buon batterio e invece è un’altra cosa … è semplicemente più grasso! Ok, avete capito.

 

Tagliolini al limone Saltapoggio
Tagliolini al limone Saltapoggio

 

Torniamo all’olio extravergine di oliva. Ed ai diversi tipi di oli e a quale impatto possono avere sul palato e sui cibi. Quante volte è capitato al mare o in vacanza di portare in regalo ad amici milanesi o torinesi, ma anche veneti o emiliani, il tipico olio di frantoio toscano, così verde, così intenso, così denso? E vedere, nelle loro facce, dipingersi lo stupore? E che, una volta scoperto quel gusto, sia diventata una piacevole abitudine da portare in tavola? E’ normale infatti che il confronto fra olio toscano (di alta qualità) e quello che normalmente stava sulla loro tavola li lasciasse spaesati. E’ capitato anche a noi, di andare in vacanza in montagna e trovare sulla tavola quelle ampolle d’olio dai contenuti così trasparenti che in certe occasioni avresti potuto tranquillamente scambiarli per aceto o vino bianco.

 

Insalata sfiziosa con olio Saltapoggio
Insalata sfiziosa con olio Saltapoggio

 

Quindi, per chi non è abituato, c’è sicuramente da superare un impatto di colore e anche … di sapore! Si certo perché anche su una banale insalata, l’olio extravergine di oliva eccellente ha un sapore, eccome se ce l’ha! Ecco uno schema di massima che potrà guidarvi negli abbinamenti:

OLIO EVO DI GUSTO FRUTTATO LEGGERO si accompagna a salse tipo maionese, pesci delicati e bolliti, insalate di gusto leggero e delicato come la lattuga e la valeriana.

OLIO EVO FRUTTATO MEDIO è invece indicato per le minestre di verdura, il carpaccio di pesce o carne, o per la bresaola, i pesci cucinati al forno o grigliati, le verdure lessate, il pinzimonio di finocchio, carciofo e carote, le melanzane grigliate.

OLIO EVO FRUTTATO INTENSO è invece indicato per le zuppe importanti come la ribollita o quella di farro, la minestra di pasta e ceci, le insalate miste con cicoria o con rucola, le verdure cotte ma dal gusto più deciso come le rape o il cavolo nero e infine i legumi come ceci, fagioli, lenticchie.

Abbiamo suggerito abbinamenti per accompagnare in modo armonico il gusto di un piatto ad un determinato tipo di olio, ma va tenuto presente che per certi tipi di cucina e per certi palati, è invece preferibile un sapore a contrasto: ad esempio su una caprese può piacere mettere il sapore intenso dell’olio Evo con la dolcezza del latte della mozzarella …

 

Mozzarella in insalata Saltapoggio
Mozzarella in insalata Saltapoggio

 

Ve l’avevo detto, … de gustibus …, si però fino ad un certo punto. Perché l’olio deve essere eccellente e non il primo che capita …

 




Cosa si prepara con l’olio nuovo in Toscana?

 

 

 

La raccolta è finita! Anche Novembre è passato, e con sé tutto il lavoro nei campi, faticoso, divertente, ricco di soddisfazioni!

Edo ha raccontato il suo diario della raccolta, ecco il mio , dal punto di vista femminile….

Domenica mattina 7 novembre abbiamo raccolto le olive intorno a casa. Sono pochi alberi, ma posizionati in un modo che non facilita certo la raccolta.

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Il nostro giardino è fatto di vari livelli, e non è possibile stendere i teli verdi lunghi, quindi ogni albero ha bisogno del suo telo… insomma di tempo se ne perde tanto, ma è la raccolta della nostra famiglia…. tre generazioni che si ritrovano in un giorno di festa. Si perché poi abbiamo mangiato tutti insieme intorno al grande tavolo dei miei genitori, al tiepido sole di Novembre. Per essere sinceri, io ho più cucinato e mangiato… che raccolto!

Cosa si può preparare per il pranzo della raccolta? Mentre cercavo di organizzare la spesa, mi è venuto in mente un ricordo, piccolo, sospeso in una parentesi di felicità.

Con Edo, subito dopo la mia laurea, abbiamo vissuto a Badesse, vicino Siena, la nostra casa era proprio in mezzo ai vigneti dell’azienda vinicola per la quale Edo lavorava. I colori autunnali rendevano quel paesaggio ancora più bello, e le grandi finestre del salotto ci stregavano con la loro vista. E’ stata la prima nostra casa, avevamo un ritmo e uno stile di vita che sono un lontano e piacevolissimo ricordo. L’era prima dei figli, la chiamiamo noi!

La Domenica, se non tornavamo a Firenze, era il giorno dedicato ai pranzi, con gli amici o con la famiglia, alle passeggiate lungo ai vigneti, alle visite alla cantina dell’azienda. Al ritorno, ci aspettavano le castagne da accompagnare al vino nuovo.

Se chiudo gli occhi, mi tornano in mente il profumo e il gusto squisitamente intenso di quel vino. Una domenica erano venuti a pranzo i miei genitori, e per l’occasione avevo preparato uno dei piatti preferiti del mio Babbo: la ribollita. Cucinata seguendo la sua ricetta ovviamente!

E allora quale piatto migliore ci potrebbe essere per gustare il nostro olio nuovo, appena franto?

La ribollita è un tipico piatto della tradizione fiorentina. Si dice che abbia avuto origine nel Medioevo, quando i servi mangiavano ciò che restava dai banchetti dei loro padroni. I servi recuperavano gli avanzi di pane e li facevano ribollire in acqua con qualsiasi verdura o pietanza riuscissero a recuperare nel villaggio. La zuppa così creata poteva durare a lungo e ogni giorno, prima di essere portata a tavola, veniva fatta ribollire per essere servita calda.

Della ribollita non esiste un’unica ricetta, ma qualsiasi ricetta vogliate seguire ricordatevi che non possono mancare i fagioli, il cavolo nero e l’olio extra vergine di oliva.

Il cavolo nero è una delle varietà di cavolo meno conosciuta, le sue foglie allungate ed arricciate hanno un colore molto scuro. E noi lo abbiamo nel nostro piccolo orto!


 

Avrai bisogno di:

cavolo nero 250 gr

fagioli cannellini 250 gr

carote 100 gr

cipolla 100 gr

pomodoro 100 gr

sedano 100 gr

bietola 250 gr

patate 250 gr

porro 100 gr

cavolo verza 100 gr

Scorza di Parmigiano Reggiano

Come si fa:

Per preparare la ribollita si deve ridurre in purea al passa verdure una parte dei fagioli cannellini e cuocerli insieme al cavolo nero e agli altri odori e verdure (porro, cipolla, carote, sedano, pomodori, bietola, cavolo verza, ecc.). Dopo aver fatto bollire il tutto per circa un ora, si aggiunge il pane toscano, tagliato a fette, insieme al resto dei fagioli interi e si rimette a bollire. Il nostro ingrediente segreto è la scorza di parmigiano, da unire in cottura tagliata a piccoli pezzi. Quando mangiando la incontri, insieme alle verdure, è una vera delizia. A chi non piace il connubio fagioli-formaggio, si astenga dal metterla!


 

Prendete un’abbondante porzione di ribollita, irroratela di olio extra vergine di oliva e gustatela lentamente!

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P.S. La dose riportata è per una famiglia di 4 persone a cui piace mangiare!

 




Olio nuovo come ti scelgo?

Lo sapete -vero?: che una per una marca non è facile mettere i propri prodotti sugli scaffali della Grande Distribuzione? (a tutti nota come  GDO)

Lo sapete che riguarda tutti i prodotti – e quindi anche l’olio-  e che il prezzo lo fissano loro? E sapete anche che se il prodotto non ‘gira’ sugli scaffali come dovrebbe ti rendono tutto e …. arrivederci e grazie?

Lo sapete che in Italia i prodotti basici ( pasta/caffè/vino…) sono venduti più del 90% dentro la GDO?  Questo vuol dire che ogni 10 pacchetti di caffè venduti in Italia, 9 sono venduti nelle GDO e uno nel negozio tradizionale?

Questa premessa è necessaria per fare subito una distinzione: al momento di comprare una bottiglia di olio extravergine di oliva vi trovate dentro la GDO? Oppure siete in una fattoria, in un frantoio, da un contadino o in agriturismo?

Se siete dentro la GDO: davanti a voi c’è uno scaffale pieno di possibilità. In genere in quello in alto ci stanno le MARCHE, cioè gli oli ( extravergini e non) che hanno speso in pubblicità e sono i più cari. Hanno investito (molti) soldi per convincervi che valgono qualcosa in più per un motivo specifico. Magari vi hanno convinto …. Nello scaffale di mezzo ci stanno le marche che hanno smesso di fare pubblicità, ma che ancora hanno un’eco nel vostro cervello. Non facciamo nomi tanto avete capito. A fianco a questi, ci stanno gli oli che le stesse catene marcano.

Ma sapete benissimo che queste catene non hanno campi di olivi … e che l’olio lo prendono dai consorzi dove a loro volta trattano partite di olive da lavorare e rivendere … questi prodotti si caratterizzano per il  PREZZO MEDIO. Ancora più in basso cioè sullo scaffale vicino a terra ci stanno i prodotti che si comprano in base al prezzo: PREZZO BASSO, a volte addirittura RIDICOLO. Su questo scaffale si incontrano marche fittizie, o promozioni 3×2, o altre incentivazioni ma tutte basate sul prezzo.

QUI NON SI PUO’ ANNUSARE O ASSAGGIARE QUINDI: guardate il colore ma diffidate perché non è un indicatore di qualità; controllate se è ‘filtrato’ o meno: meglio se è filtrato. Meglio se è imbottigliato in bottiglie scure così è protetto dalla luce, e guardate il prezzo. A questo punto fate un ragionamento. Qualcuno, non da solo, ha steso sotto l’olivo un telo, poi è salito sull’olivo e ha preso le olive a mano o le ha tirate giù con delle macchinette o pettini, le ha scelte e messe nelle cassette, le ha portate al camioncino, e nell’arco di 48ore portate al frantoio dove le hanno lavate, pulite, frante con macchine che costano diversi migliaia di euro, e alla fine imbottigliato, etichettato e spedito sullo scaffale ( e pagato quello che c’è da pagare). POSSIBILE CHE QUESTO PRODOTTO COSTI COME L’ACQUA??

Due possibilità vi propone il ragionamento: O chi lavora lungo questa filiera è uno schiavo non retribuito. [ se non ci sbagliamo però la schiavitù è stata abolita da un pezzo …] O quest’olio arriva da terre lontane ( quanto lontane, chissà?) dove la manodopera non costa nulla. Oppure non è possibile che NON abbia un costo rilevante. Visto che la GDO non è lì ( giustamente) per fare beneficenza ma per fare profitto.  Conclusione della gita fra gli scaffali: NON SCEGLIETE L’OLIO IN BASE AL PREZZO.

Se siete da quello che fa l’olio, sia esso fattoria, frantoio, contadino, agriturismo, etc … : in buona sostanza avete già deciso di fidarvi del tizio che ci mette la faccia. Avete più o meno deciso che almeno una parte dell’olio da usare in casa per condire ‘ a crudo’ certi alimenti, verdure, insalate, minestre, pasta … deve essere un alimento di qualità ed un nutrimento. Avete già mentalmente fatto una scelta. Potete prendervi u po’ di tempo per decidere se è quello che cercate, per prima cosa provate a valutare le caratteristiche, quindi ASSAGGIATE:

–        Fidatevi dei sensi, ANNUSATE, un olio di oliva, per essere definito extra vergine, non deve presentare difetti organolettici. Il suo profumo ad esempio deve essere gradevole, con note che ricordano l’oliva verde o matura, ma anche altra frutta, come ad esempio mela, agrumi o mandorla, accompagnati da sentori di erba e carciofo.

–       Se sentite all’ASSAGGIO la presenza di sensazioni di amaro e piccante siete sulla strada giusta perché testimoniano la qualità di un olio con presenza di fenoli. Queste sensazioni sono tanto più forti quanto più l’olio è nuovo, nel corso dell’anno tenderanno ad attenuarsi.

–       Non prestate attenzione al COLORE. Se non avete la possibilità di assaggiare il prodotto prima di comprarlo, non affidatevi solamente al colore.

–       Meglio se ve lo propongono in una BOTTIGLIA SCURA che protegge dalla luce.

–       FILTRATO o non filtrato? Filtrato è quando  il produttore ha eliminato i piccoli residui della pasta delle olive e delle particelle di acqua che potrebbero fermentare con il tempo. Se lo prendiamo NON filtrato dovremmo procedere in seguito con ripetuti travasi … se però volete gustare ‘subito’ un assaggio di olio su una fetta di pane, o su una bruschetta ( che è il massimo!) prendete pure una modesta quantità di olio non filtrato da consumare velocemente.

–       Districarsi nella scelta di un OLIO EXTRAVERGINE DI QUALITA’ non è sempre cosa facile. Per questo, specialmente quando non è possibile assaggiare un olio e non siamo degli esperti, l’importanza di conoscere bene il produttore dell’olio extravergine di oliva di alta qualità è fondamentale.
Le informazioni che il produttore ci metterà a disposizione, sul processo produttivo, sulle caratteristiche del prodotto, per farci arrivare una comunicazione trasparente, dall’oliva sulla pianta fino all’olio in bottiglia, sono la certificazione più importante, senza togliere niente a quelle più istituzionali e … burocratiche.

–       Non va dimenticato un ultimo aspetto, ma non per questo meno importante: non fidatevi di prezzi troppo bassi.

Quanto detto a proposito della GDO vale ancora di più nel caso di piccoli o piccolissimi produttori.  Il prezzo rispecchia tutta la filiera di produzione, più questa è improntata sulla qualità del prodotto e dei processi, maggiore sarà inevitabilmente il prezzo finale. L’olio extravergine di qualità è alla base della nostra dieta e ne facciamo un uso quotidiano, ci meritiamo il giusto investimento per la nostra salute.

–       E’ sempre bene ricordare che l’olio extravergine di oliva di qualità eccellente è oltre che un condimento un alimento ed un elisir di benessere.




Halloween: biscotti al miele da paura!

Basta poco per festeggiare: una ricetta gustosa, scherzetti terrificanti! E se qualcuno esagera? lo impiastricciamo con il miele!

Ottobre, ci avviciniamo ad Halloween. Non è una festa della nostra tradizione, ma ogni occasione è bella per festeggiare… e così noi il trick or treat lo facciamo a casa. Io preparo i dolcetti e i bambini gli scherzetti. Edo? Di solito, per lui fine ottobre è il periodo della raccolta e della frangitura delle olive, ma appena tornato a casa, mangia i dolcetti e finge di provare paura per gli scherzetti!

Quest’anno ho deciso di seguire una semplice ma gustosissima ricetta, per sbalordire i miei mostriciattoli. Biscotti da paura!!!

Ci sono delle abitudini che ti fanno sentire a casa ovunque tu sia, che ti infondono un senso di tranquillità e di appartenenza al posto in cui vivi. Una di queste abitudini l’ho trasmessa anche ai miei bambini, così non c’è caduta dallo scivolo, o litigio con il fratello, che non si plachi con una tazza di latte caldo con i biscotti. Cucinarli mi piace, soprattutto nelle occasioni di festa.

Per fare i biscotti ho preso la mia classica ricetta della pasta frolla, sostituendo il miele allo zucchero, perché più salutare. Non ho avuto tempo di cercare gli stampini con forme da paura… con i bambini ci siamo semplicemente serviti di un cartoncino robusto, che hanno tagliato a forma di pipistrello e zucca, ed ho poi appoggiato sulla forma tonda di pasta frolla, ritagliando la sagoma con un coltello.

Ecco i capolavori dei miei piccoli chef! 1,2,3 via...quanti biscotti saranno rimasti?
Ecco i capolavori dei miei piccoli chef! 1,2,3 via…quanti biscotti saranno rimasti?

 

La cucina di Saltapoggio domenica mattina aveva due piccoli pasticceri indaffarati. E il ripieno??? non poteva che essere nero, nero cioccolato!!


Avrai bisogno di:

  • 300 g di farina
  • 75 g di miele
  • 170 g di burro
  • 3 tuorli d’uovo
  • 1 barattolo di crema di nocciole Novi
  • 1 bustina di vanillina

Come si fa:

Mettete nell’impastatrice il burro freddo con lo zucchero e fatelo lavorare bene quindi aggiungete le uova uno alla volta, la farina e la vanillina facendo amalgamare bene il tutto.
Lasciate riposare l’impasto in frigo per un’ora.
Successivamente stendete la pasta e create i biscotti con le formine che desiderate. (Le mie sono in tipico tema di Halloween)
Cuocete per 15 minuti in forno preriscaldato, farciteli con la crema di nocciola e sovrapponete un biscotto sull’altro per chiudere.


Lasciate raffreddare i vostri Biscotti al miele da paura, prendetene uno per ciascuna figura, e gustateli lentamente!

P.S.: tutte le mie ricette contengono dosi per una famiglia di 4 persone, a cui piace mangiare!!!

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Questi bellissimi disegni sono opera dei miei mostriciattoli. Non guardateli troppo… che fanno paura!




L’ Announcement dell’olio nuovo…?

Cosa è importante sapere per essere sicuri che quando si compra un olio nuovo si stia comprando anche un olio buono! Non tutti gli oli sono uguali. Alcuni dicono di essere italiani e magari di italiano c’è solo il tappo. Altri non raccontano quanto è alta la concentrazione di polifenoli che è probabilmente l’indicatore più importante per misurare la bontà dell’olio.

 

In pubblicità quando si tratta di lanciare un nuovo prodotto, in genere viene usata la tecnica dell’announcement, che alla lettera si può tradurre in ‘annunciazione’. In cosa consiste? Si concentra l’attenzione sulla novità, sulla freschezza, sull’impatto e si tralascia l’informazione di prodotto perché quello che conta nel lancio è la percezione della novità: e via con… ‘finalmente …’, ‘da adesso …’, ‘E ora …ecco!’. Sembra che le persone siano richiamate in modo irresistibile dal NUOVO e che, spesso senza farsi troppe domande, si facciano trascinare dalla novità. Quando arriva il momento dell’olio nuovo, ecco che si pone il dilemma della scelta: anche se ai nostri occhi sono tutti oli nuovi, sarebbe da ingenui pensare che sono tutti uguali!

Da varie fonti ( Coldiretti in primis) risulta che quest’anno la raccolta in Italia, è in anticipo di almeno una settimana e che in alcune zone è già iniziata; si prevede che vi sarà un aumento della produzione del 30% rispetto al 2014 che era stato catastrofico. La mosca delle olive, che l’anno scorso aveva danneggiato enormemente la produzione, quest’anno ha colpito assai raramente, anche a causa delle ondate di caldo africano. Gli olivi, in particolare quelle della zona collinare intorno a Firenze, da dove nasce l’olio extravergine di oliva Saltapoggio, si presentano con una allegagione dei fiori limitata, cioè con una bassa percentuale di fiori trasformati in frutto, questo a causa dell’effetto dei venti caldi da sud e di qualche grandinata di troppo.

L’estate calda e asciutta NON ci ha consegnato una grande quantità di olive ma una qualità potenziale alta, in virtù della alta concentrazione di polifenoli. Non tanto olio, quindi, ma buono. E aggiungiamo sano. L’alta concentrazione di polifenoli è uno degli indicatori che servono a dare la certezza che si sta scegliendo l’olio buono. E’ evidente che in generale tutto l’olio extravergine fresco di raccolto, esprime al meglio le proprietà organolettiche, antiossidanti e nutrizionali ma è altrettanto evidente che è necessario sapere quali sono le basi da cui parte…

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Il consiglio è quello di leggere bene l’etichetta, scegliere se possibile oli extravergini in cui vi sia esplicitamente scritto che provengono al 100% da olive italiane. L’indicazione dell’anno o l’annata agraria in cui sono state raccolte e trasformate le olive, è obbligatoria solo per gli oli IGP e DOP, salvo che il produttore, per una comunicazione più trasparente, riporti tale informazione volontariamente. Scegliamo pertanto un olio la cui etichetta indichi l’anno di produzione. Se leggiamo sull’etichetta “estratto a freddo” significa che il nostro olio extravergine di oliva è stato ottenuto con un processo di lavorazione a temperatura controllata inferiore ai 27°C. Si tratta di una certificazione che parte dal frantoio di lavorazione delle olive e che attesta un processo di estrazione attento alla qualità, permettendo di mantenere inalterate le caratteristiche dell’olio.

Meditate quindi quando scegliete l’olio, perché se anche è nuovo, è importante sapere se è anche buono!!!